VIII Giornata Mondiale dei Poveri – Lettera alle Parrocchie

Carissimi,

ci prepariamo a vivere l’ 8a Giornata Mondiale dei Poveri che sarà celebrata il 15 novembre. Ci arriveremo carichi di un anno straordinariamente intenso di emozioni. La pandemia ci ha scossi e messi in discussione, evidenziando una fragilità universale: siamo tutti poveri sotto questo cielo. La povertà è il tratto distintivo del nostro essere uomini e donne del terzo millennio;                                                                                                                                                                          la solidarietà e la compassione sono l’unica strada percorribile per riumanizzare questa società.

La lettera che il Santo Padre ci ha scritto in preparazione a questo evento – «Tendi la tua mano al povero» (Sir 7,32) – è un chiaro invito alla concretezza evangelica e contiene preziosi stimoli di riflessione, provocazioni che invitano alla conversione verso una fede sempre più incarnata e concreta.

Eccone alcune.

La prima indicazione è che preghiera e solidarietà, culto e carità, sono inseparabili. Non esiste culto gradito a Dio che non apra il cuore del credente e non porti all’attenzione al povero. Un culto che è fine a se stesso è sterile e non conduce a Dio. Il Covid19 ci ha mostrato come le nostre Comunità, temporaneamente private della liturgia, siano rimaste vive proprio nell’attenzione agli ultimi, anch’essa liturgia di amore e di lode. Nel servizio al povero e nella condivisione abbiamo trovato le radici della nostra identità cristiana.

La seconda indicazione è che la Carità è il respiro del cristiano, sta nel suo battito cardiaco, circola nelle sue vene. Non è qualcosa da fare, a cui dedicare «del tempo», ma una dimensione esistenziale permanente. Il cristiano è chiamato ad essere carità, non a fare carità: ciò apre una riflessione su come gestiamo i nostri beni, su come le nostre famiglie riescano ad aprirsi a chi è nel bisogno, a come ci sforziamo di seminare Speranza intorno a noi.

La terza indicazione è che la Carità non è delegabile ad altri o “ad alcuni di noi”, ma interpella l’intera Comunità dei credenti, in ciascun suo membro e nell’assemblea. Le nostre comunità sono chiamate a mettere al centro della loro vita proprio le fragilità dell’umano; a stringersi attorno a quanti vivono la prova della sofferenza, della malattia, del fallimento, della povertà, della migrazione; ad annunciare Speranza a chi l’ha perduta.

La quarta è che la Carità comporta la responsabilità di mettersi dalla parte del povero, gridare in suo nome, promuovere azioni di giustizia sociale che diano a tutti le medesime opportunità e chiedano a tutti responsabilità. È un richiamo a recuperare una dimensione «politica», nel senso più alto dell’espressione: la Chiesa ha davanti a sé il modello della Gerusalemme celeste, in cui non esistono emarginati e afflitti, dimenticati e soli.

La quinta indicazione riguarda infine l’annuncio della Carità sperimentata. Il Bene che ogni giorno vien fatto va comunicato, messo in circolo, testimoniato, perché la Carità chiede di essere annunciata, promossa, contagiata. In tal modo si potrà essere testimoni di Speranza cristiana. Le nostre comunità, dove troppo spesso circolano brutte notizie e pettegolezzi, devono – oggi più che mai – crescere in questo aspetto: parlare del Bene, testimoniare le emozioni che il servizio degli ultimi ci offre.

La pandemia – come scrive Papa Francesco – ci ha aiutati a maturare “l’esigenza di una nuova fraternità, capace di aiuto reciproco e di una stima vicendevole”. Si è dunque aperto il tempo di una nuova fraternità, fondata sulla relazione, l’incontro e la fiducia. […]

“«Tendi la mano al povero» – continua il Santo Padre – dunque, è un invito alla responsabilità come impegno diretto di chiunque si sente partecipe della stessa sorte. È un incitamento a farsi carico dei pesi dei più deboli”.

Auguro a tutti noi di vivere in pienezza questa 4a Giornata Mondiale dei Poveri, perché possa realmente aprire a ciascuno di noi e alle nostre Comunità la strada verso una maggior consapevolezza cristiana.

Alle Caritas parrocchiali rivolgo la preghiera di farsi promotrici – insieme ai loro Parroci – di proposte pastorali mirate alla sensibilizzazione delle Comunità, all’inclusione sociale di quanti vivono l’esperienza della marginalità sociale o alla creazione di un’Opera che sia segno e testimonianza permanente di una Chiesa che tende la sua mano al povero.

Vi chiedo di condividere le vostre iniziative con noi, inviando info e foto a: segreteria@caritasagrigento.it.

Il Signore vi benedica.

Valerio Landri – Direttore

 

ATTENZIONE!! In allegato troverete anche il Sussidio pastorale preparato dal Dicastero per l’Evangelizzazione dal quale trarre spunti di riflessione molto interessanti, oltre che una proposta di Veglia di preghiera e suggerimenti di attività concrete da realizzare nei vostri territori.

Speriamo possa essere di vostro gradimento e utilità.

 

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